Una serie di esperimenti condotti da Nathan Faivre e colleghi con tecniche di tipo psicofisico (registrazioni elettrofisiologiche), comportamentale e di modellazione al computer ha permesso di mostrare che tutti i sensi seguono le stesse regole per la valutazione di affidabilità, e che se un soggetto ha elevate prestazioni metacognitive per un senso (per esempio la visione) ha facilmente buoni risultati anche in altri sensi (per esempio gli stimoli olfattivi e tattili). “In altre parole,” spiega Faivre, “quelli di noi che sono bravi a sapere ciò che vedono sono anche bravi a sapere ciò che sentono e toccano”. Ciò indica che il monitoraggio dei processi percettivi avviene attraverso un meccanismo neurale comune.
(Sorgente: Come nasce la fiducia nelle proprie percezioni – Le Scienze)
Ribaltando l’affermazione dello scienziato potremmo affermare che “quelli di noi che sono bravi a sapere ciò che TOCCANO sono anche bravi a sapere ciò che sentono e vedono“.
Proprio nella sensibilità al tocco consiste la sapienza dello Shiatsu: la fiducia che l’operatore ha nelle proprie sensazioni si trasmette al ricevente attraverso il canale di dialogo non verbale che si stabilisce mediante il contatto. In questo modo chi riceve lo Shiatsu ri/stabilisce a sua volta fiducia in se stesso e nelle sue sensazioni.
(leggi anche: “Come funziona lo Shiatsu: sensibilità protopatica ed epicritica”)