Lo stile Zen Shiatsu

Zen Shiatsu è il nome che Wataru Ohashi ha dato allo stile ed al metodo di Shiatsu di Shizuto Masunaga per evidenziarne il collegamento teorico, filosofico e spirituale con la Tradizione Orientale. L’obiettivo fondamentale dello Zen Shiatsu è stabilire, o meglio ristabilire, un senso profondo di unità (Yoga) fra Operatore e Ricevente per consentire al Ricevente di ristabilire l’armonia del proprio essere a livello organico, psichico ed emozionale. Solo in questo modo è possibile attivare tutte le risorse di auto-guarigione della persona.

Masunaga 4

Uno degli aspetti più stimolanti dello Zen Shiatsu per l’Operatore è che, per ottenere questo risultato, egli stesso deve essere  nel miglior stato di rilassamento, benessere ed armonia con se stesso ed attento e ricettivo a tutti i segnali non verbali che il Ricevente trasmette tramite il contatto. Quindi il trattamento Shiatsu non va considerato come un’azione attiva esercitata da un Tecnico esperto, l’Operatore, su di un Ricevente passivo, ma come uno scambio continuo fra due persone che entrano in sintonia.  In tal modo la “magia” dello Shiatsu fa sì che al termine del trattamento non solo il Ricevente, ma anche l’Operatore si sentano rigenerati.

I principi dello stile Zen Shiatsu per l’Operatore, indicati dal fondatore Shizuto Masunaga, sono stati così sintetizzati da Wataru Ohashi:

1) RILASSAMENTO

Bisogna essere il più naturali e rilassati possibile, mantenendo sempre la continuità e la regolarità del movimento ed il contatto con la persona.

2) NON PREMERE, PENETRARE

L’azione del palmo o del pollice non si effettua spingendo o premendo, ma “appoggiando il proprio peso” (immaginato concentrato nell’HARA, cioè nell’addome, dove si trova il baricentro fisico ed energetico del corpo) e seguendo il ciclo della propria respirazione: si appoggia il peso durante l’espirazione (mantenendo l’appoggio costante almeno per 3÷5 secondi o, meglio, almeno per la durata di un respiro) e con un peso tale da non generare dolore e si rilascia durante l’inspirazione (rilasciando progressivamente e lentamente). Nella pratica la sensibilità e l’esperienza dell’Operatore consentono di adattare duranta ed intensità della pressione alla risposta (feedback) che si riceve in ogni singolo punto.

L’azione del palmo e del pollice non deve essere la conseguenza di una pressione muscolare e rigida, effettuata con la forza delle braccia, bensì una penetrazione rilassata che sfrutta la forza di gravità ed il peso del corpo (si tengono le braccia solidali con il corpo e si sposta il peso del complesso corpo+braccia verso la persona da trattare).

Questo permette al ricevente di rilassarsi ed all’Operatore di andare in profondità per entrare in contatto con il Ki (Energia Vitale) della persona.

3) PENETRAZIONE STATICA E PERPENDICOLARE

La penetrazione deve essere diretta “perpendicolarmente” alla parte da trattare (cioè diretta verso il centro, fisico, ma anche simbolico ed energetico) e mantenuta fissa e costante, perché sia efficace. La staticità della pressione, attraverso il “non fare”, esprime la nostra fiducia nella natura e nella sua capacità di risanare.

4) COLLEGAMENTO DELLE DUE MANI

Si devono sempre usare entrambe le mani che, a seconda della funzione, vengono definite:

  • MANO MADRE: è la mano ferma, apparentemente statica. Serve a sostenere il peso dell’operatore durante il trattamento (sia quando l’operatore appoggia il proprio peso che quando si solleva), a dare al Ricevente il sostegno costante della nostra presenza e a creare il collegamento con la mano figlia. Normalmente è posizionata sull’osso sacro, sull’addome, o vicino alle articolazioni.
  • MANO FIGLIA: è la mano mobile che esegue il trattamento e si sposta lungo la il meridiano seguendone il percorso.

Tra le due mani possiamo percepire un collegamento, detto “l’Eco della vita” o “due in uno”, che richiama lo stato di unità primordiale, essenziale per operare un effetto di riequilibrio ed autoguarigione.

5) CONTINUITÀ NEL TRATTAMENTO DEL MERIDIANO

Il contatto col meridiano non viene mai interrotto: il palmo o il pollice scorrono lungo il meridiano tra una pressione e l’altra, per altro molto ravvicinate, in modo che il Praticante ed il Ricevente provino un senso di continuità lungo tutto il percorso del meridiano. Infatti lo Zen Shiatsu lavora sull’intero meridiano e non solo sui singoli punti.

7 pensieri riguardo “Lo stile Zen Shiatsu

  1. Gentile Valter, vorrei sottolineare un clamoroso falso storico legato al nome “Zen Shiatsu”. Masunaga non ha mai scelto quel nome (essendo Shintoista) e ne fu molto contrariato. La genesi del nome “Zen Shiatsu” si deve a Wataru Ohashi e aveva ragioni prettamente commerciali. Traducendo un’intervista da lui rilasciata a Ivan Bel nel 2018, si legge:

    Il libro di Masunaga in giapponese, pubblicato da “Ido-No.Nippon” nel maggio del 1974, si intitolava “Shiatsu”. Ci sono due ragioni per cui io ho messo la parola “Zen” nel titolo. La prima è che praticavo Zen, ero coinvolto nel Movimento Zen in America. Quell’anno mi ero sposato con mia moglie Bonnie al Shobo-bi, il Centro Zen di New York.
    La seconda ragione è che al tempo, erano gli inizi degli anni 70, lo Zen era di gran moda in America e in Europa. Macrobiotica Zen, Giardini Zen, Zen Tofu, Zen eccetera. Tutto ciò che proveniva da Giappone era “zen” e la parola “Zen” era considerata “fica” a quel tempo. Nel suo libro, Masunaga non fa alcuna menzione riguardo allo “Zen”, ma io ne ho avvertito l’atmosfera. Così ho dato al libro il titolo “Zen Shiatsu”. Sensei Masunaga si arrabbiò molto e si lamentò con me: “Ohashi, stai cercando di svendermi in America usando un titolo commerciale e di tendenza?”. Risposi: “CERTAMENTE SI! Ma diventerai famoso grazie a questo titolo, specialmente dopo la tua morte”.
    Zen Shiatsu fu pubblicato in America nel 1977, Sensei Masunaga morì nel Luglio 1981. (Wataru Ohashi).

  2. Grazie. Io ho sempre avuto un atteggiamento critico anche sull’uso del termine “Zen Shiatsu” come identificazione dello stile Masunaga, che ritengo, invece, corretto chiamare “Stile Iokai”, così come ho avversione per altri termini come “Meridiani Zen” (chiamiamole “Estensioni di Masunaga”, piuttosto) e, ultimo ma non ultimo, l’abominio dell’espressione “Stretching dei meridiani”…
    Ma non si può avere tutto dalla vita… 🙂

    1. Giusto, ma l’eredità di Masunaga è piuttosto eterogenea e mi pare che ben pochi pratichino lo stile Iokai standard.
      Personalmente mi riconosco bene nel termine “Zen Shiatsu” così come lo esprime Ohashi.

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