Pubblico questo articolo di Germana Fruttarolo in sua memoria, perchè ci ricorda che, benché l’esistenza umana sia transitoria, tutto ritorna ciclicamente alla propria origine
MAL DI SCHIENA E CICLO VITALE: “OGNI MATTINO E’ L’INIZIO DI UNA NUOVA VITA”
L’energia, sappiamo, ha un movimento circolare. Basta osservare alcune cose su di noi o nel mondo che ci circonda per rendersene conto. L’energia che entra nel nostro corpo attraverso la “fontanella” sulla cima del capo crea la cosiddetta “rosa” nella capigliatura. Se si riempie un lavello d’acqua e poi si toglie il tappo, si formerà un vortice nell’acqua che scende. I fossili hanno lasciato impronte antichissime nelle rocce, e la forma circolare, o meglio ellittica predominante. E non dimentichiamo la forma ellittica delle galassie.
Anche nella dimensione temporale il movimento ciclico è la regola: il giorno passa dall’energia ascendente del mattino, attraverso il mezzogiorno, verso l’energia discendente del pomeriggio e della sera, fino all’energia orizzontale della notte, per riprendere il movimento ascendente il mattino successivo.
L’anno solare ripercorre lo stesso movimento circolare, dalla primavera in cui tutta la natura si protende verso l’alto, all’estate in cui tutto si espande, all’autunno in cui inizia la contrazione che culminerà nella sua espressione di riposo totale in inverno.
E ancora la vita dell’uomo: la nascita che inizia con una fase orizzontale che ricorda ancora la morte precedente, per poi lasciarsi trascinare da una fortissima spinta verso l’alto che si svilupperà sempre più nei vari stadi dell’infanzia, dell’adolescenza e della giovinezza, diminuirà poi nella maturità per lasciare il posto all’energia discendente che porterà alla vecchiaia e alla morte, fase orizzontale che prelude ad una successiva rinascita.
Fra tutti questi movimenti ciclici, vorrei qui sottolineare in modo particolare la corrispondenza, o almeno le grosse analogie che esistono fra il ciclo del giorno e quello della vita intera dell’uomo.
Il mattino e l’infanzia sono caratterizzati dallo stesso tipo di energia ascendente. Il passaggio dalla posizione orizzontale del bambino alla posizione eretta, lo possiamo paragonare al passaggio dalla posizione orizzontale sul letto dopo una notte di riposo, alla posizione verticale dell’uomo che inizia la propria giornata attiva.
Ed proprio questo passaggio che vorrei analizzare nei dettagli.
Il bambino in genere impiega per questo passaggio dai 10 ai 12 mesi, quindi circa 1/100 della propria vita intera (se consideriamo l’età cui un essere sano, che vive una vita naturale, potrebbe facilmente arrivare, non certo l’età media attuale).
Inizia con il sollevamento della testa e delle gambe, poi passa ad un movimento laterale in cui muove alternatamente prima un lato, poi l’altro del proprio corpo.
Un bambino sano, che sia lasciato libero di muoversi ed esprimersi seguendo le proprie inclinazioni naturali, normalmente comincia poi a “gattonare”, a camminare carponi, muovendo cioè gli arti in modo incrociato. Poi man mano che la muscolatura si rinforza, dopo molti tentativi disastrosi, finalmente inizia a camminare in posizione eretta, mantenendo per sempre lo schema incrociato della camminata carponi. Questo schema lo si ritrova non solo nell’essere umano ma nella maggior parte dei quadrupedi.
Solo l’essere umano “altamente civilizzato” a volte lo perde a causa di blocchi fisici o psicologici sopravvenuti durante la fase di “educazione” agli schemi sociali restrittivi della personalità.
Le 3 diverse fasi di movimento del bambino servono fra l’altro a sviluppare in modo armonico la colonna vertebrale e a formare le curve fisiologiche (lordosi cervicale e lombare, cifosi dorsale) che sono assenti alla nascita.
Se per qualche motivo il bambino non ripercorre in modo armonico queste tre fasi (ad esempio, se i genitori lo incitano ad alzarsi in piedi molto presto e gli impediscono di camminare carponi) svilupperà anomalie alla colonna vertebrale, che in età adulta si evidenzieranno con dolori e malformazioni del rachide.
Sappiamo, almeno in teoria, che il nostro stato di salute deriva da un armonico adattamento del nostro microcosmo al macrocosmo.
Questo armonico adattamento consiste in uno stile di vita che si adegui al fluire dell’energia e al susseguirsi dei cicli naturali.
Nel nostro mondo civilizzato questo non avviene più: mangiamo solo ci che ci piace e quando abbiamo tempo; facciamo troppo spesso le “ore piccole”; viviamo in ambienti surriscaldati d’inverno e in città che di naturale non hanno più nulla, e facciamo tanti altri errori che richiederebbero un libro intero solo per essere elencati.
In questa sede vorrei sottolineare solo uno di questi errori: quello che facciamo tutte le mattine per tutto l’arco della nostra vita.
Dicevo prima che sappiamo solo in teoria in cosa consiste la nostra salute. Difatti non ci sogniamo mai di cercare di adattare le nostre attività alle diverse fasi del ciclo del giorno, o del ciclo dell’anno.
Quindi mai ci verrebbe in mente di ripercorrere ogni mattina, quando ci alziamo dal letto, le stesse fasi che il neonato percorre per passare dalla posizione orizzontale a quella verticale.
Normalmente quando ci svegliamo non facciamo altro che mettere giù le gambe dal letto, infilarci le pantofole e passare più o meno bruscamente alla posizione verticale.
Ebbene, questa pessima abitudine responsabile da sola del 90% circa del “mal di schiena”, oggi così diffuso da diventare “normale”.
Cosa fare allora? Molto semplice: fare degli esercizi che ripetano, con la dovuta proporzione di tempo, le tre fasi del bambino. Se il bambino impiega 1/100 del ciclo della sua vita, noi possiamo impiegare 1/100 del ciclo del nostro giorno cioè un quarto d’ora circa.
Ed ecco i tre esercizi:
1. Posizione supina: con le mani dietro la nuca sollevare la testa espirando fino a portare il mento al petto. Attenzione ad usare esclusivamente la forza delle braccia per sollevare la testa, la quale deve rimanere completamente rilassata.
Ripetere 2-3 volte.
2. Posizione supina:
piegare una gamba e con le mani portare il ginocchio al petto espirando. Ripetere con l’altro ginocchio e poi con tutti e due.
3. Posizione sul fianco destro:
appoggiarsi al gomito destro piegato, stendere il braccio sinistro verso l’alto e la gamba sinistra verso il basso in modo da allungare tutto il lato sinistro della schiena. Ripetere dall’altro lato.
4. Posizione supina: gambe piegate, mani dietro la nuca, gomiti appoggiati a terra. Accavallare la gamba destra sulla sinistra e portare le gambe verso destra, senza forzare, lasciando che la gravità porti le ginocchia giù verso terra. Restare in posizione per almeno 30 secondi.
Ripetere dall’altro lato.
La condizione sine qua non per la buona riuscita di questa “autoterapia” che gli esercizi vengano eseguiti SUL LETTO, PRIMA DI ALZARSI.
Se vi alzate senza aver osservato questa regola d’oro, infliggete alla vostra schiena quotidianamente un trauma che è, sì, piccolo, ma se lo moltiplicate per 365 giorni all’anno e per gli anni della vostra vita, capirete come è nato il vostro mal di schiena.
Questo esercizio deve essere fatto non solo da chi ha mal di schiena, ma praticamente da tutti, perchè sappiamo come sia importante la prevenzione.
Se volete conoscere la condizione della vostra schiena fate questo semplice esercizio: sedetevi per terra, con le gambe tese in avanti, sollevate le braccia verso l’alto e, facendo partire il movimento dal bacino, flettete il tronco in avanti.
Se il vostro petto arriva ad essere a contatto con le cosce, la vostra schiena ha una buona flessibilità. Se così non è significa che i muscoli della vostra schiena sono troppo contratti e che dovete incominciare a fare qualcosa.
Iniziate con gli esercizi nel letto e vedrete presto la differenza.
Germana Fruttarolo